Un Video basato su un materiale musicale storicizzato e su un capolavoro della cinematografia mondiale, questo è Aleksandr Nevskij Video, un video di musica classica dal carattere pionieristico rispetto sia alla tematica trattata che alle tecnologie – fine degli anni 80 – allora disponibili.
Aleksandr Nevskij, caposaldo della storia del cinema, è il primo film sonoro di Sergej Eizenstein. Grazie alla collaborazione con Sergej Prokof’ev il film è il risultato, forse il più importante in assoluto, di una nuova arte audio-visuale che sviluppa la stupefacente interazione tra la dinamica delle immagini e le possibilità ritmico espressive della musica.
Aleksandr Nevskij rappresenta per i due autori l’occasione di una vera sperimentazione: la dialettica della reciproca influenza tra immagini e musica viene indagata in tutte le direzioni e nella realizzazione del film viene sperimentato ogni tipo di modalità compositiva, nessuna esclusa, allo scopo di portare a compimento la sincronizzazione interna tra musica e immagini. (*)
Queste caratteristiche dell’opera hanno costituito uno stimolo fortissimo per la progettazione di Aleksandr Nevskij Video e su queste premesse è avvenuto il felice incontro con Studio Azzurro, con Leonardo Sangiorgi, e con Michele Dall’Ongaro e Luca Scarzella.
Il film di Eizenstein viene presentato per la prima volta nel 1938; successivamente Prokof’ev elabora la ricchezza di temi e idee musicali della colonna sonora riorchestrandoli in forma di Cantata per mezzosoprano, Coro e orchestra (op. 78) del 1939.
Tolta dal ruolo di colonna sonora, la musica della Cantata racconta il film seguendo dei principi nuovi, più squisitamente musicali e più sintetici, senza perdere quella memoria musicale delle immagini che le appartiene come momento genetico.
Siamo partiti dal nuovo racconto musicale: nel Video la musica della Cantata viene considerata come principale voce narrativa, elemento guida nell’organizzazione sia delle sequenze cinematografiche sia delle immagini dell’esecuzione in orchestra.
Il film di Eizenstein si riorganizza così, nel rispetto della narrazione filmica, nel suo accordo con la diversa articolazione della musica.
Le immagini del film sono portate ad una nuova simbiosi con quelle dell’esecuzione musicale; nel video sono proprio le riprese dell’esecuzione in orchestra a fare da elemento aggregante tra musica e film e a fornire la chiave di lettura del complesso lavoro di post-produzione.
Nella elaborazione dei materiali si è proceduto ad un graduale processo di eliminazione dei confini linguistici a partire dall’utilizzo dell’orchestra come strumento simbolico che favorisce e rende esplicita la sincronizzazione interna tra film e musica.
Nel risultato finale, Aleksandr Nevskij Video diventa un’opera autonoma che trova in sé stessa la sua ragione espressiva mantenendo intatta la struttura drammaturgica di musica e film, avendo come orizzonte l’elaborazione di un possibile, nuovo linguaggio.
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(*) Eizenstein arrivò anche a disegnare, a far costruire e suonare dei “finti” strumenti musicali; le paradossali sequenze silenziose filmate da Eizenstein suggerirono a Prokof’ev l’allegria musicale con cui si esprime l’esercito russo vittorioso sul nemico teutone
© Sandro Scalia