Fiume di musica è un’esperienza fuori dall’ordinario, forse irripetibile. Uno spettacolo della durata di oltre quattro ore, moltiplicate per quattro spazi in simultanea, basato sul viaggio che tre barche hanno compiuto sul Tevere tra le 20.00 e le 24.00 del 5 luglio partendo dall’Isola Tiberina, risalendo il fiume fino allo Stadio Olimpico, per la celebrazione della Festa della Musica a Roma e inaugurazione del Festival RomaEuropa nel ’93.
A bordo di ogni barca tre musicisti, tra cui Paolo Fresu, amplificazione, illuminazione e apparecchiature per proiettare immagini sugli argini del fiume.
Nella loro risalita le tre barche effettuano alcune fermate, durante le quali la partitura di Piero Milesi articola appuntamenti, concerti con organici musicali a terra, incontri con i suoni del paesaggio del Tevere, concerti con campanili, fuochi d’artificio, fumogeni lanciati nella corrente, le cascate di fuoco tra Ponte Nenni e Ponte Matteotti.
Infine l’arrivo delle barche nello spazio conclusivo del percorso, sul Lungotevere di Piazzale Maresciallo Giardina dove era stato attrezzato uno spazio per 15.000 spettatori.
Culmine di Fiume di musica sono state l’espressività e l’efficacia ancestrali del momento dell’approdo: suoni diversi che fisicamente si avvicinano e si sovrappongono, barche che mandano segnali nella notte e ottengono in risposta altri segnali sonori da terra.
Ad approdo avvenuto nel buio, in lontananza, si è alzata una colonna d’acqua su cui sono apparsi, retro proiettati, i volti delle statue dei re di Roma. In quel momento è sembrato che il Tevere si ricongiungesse con le proprie origini.
© Enrica Scalfari, Francesca Naldoni