In questo Golem si confrontano e alternano risata e tragedia, barzellette e ombre kafkiane, irruzioni messianiche, balletti e momenti di lutto, canzoni infantili e momenti di dolorosa introspezione.

Nello spettacolo si addensano temi della cultura ebraica e sorprendenti aperture universali il tutto collegato da una musica dall’espressività potente, la musica  Klezmer, che può condurre in un attimo dalla felicità allo strazio e a volte li contiene in sé nello stesso momento.

Spettacolo che si avvale di tre diverse sonorità linguistiche – lo yiddish, il tedesco dei testi e l’italiano, ma vissuto ed abitato impropriamente – il progetto Golem nasce dalla ricerca di Moni Ovadia, lungo diversi anni e diversi spettacoli, sull’uso in palcoscenico di diverse lingue, spinto da un assillo cosmopolita legato alla sua origine e da una condizione di straniero passante per definizione.